N. 2 - Scuola e inter-esse, un binomio che urge

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Ottobre 2021: la scuola sembra così uguale al tran tran degli anni passati ma è in realtà così diversa… al di là dei volti coperti dalle mascherine, accadono qua e là dei dialoghi che si fa fatica a dimenticare: bambinetti della primaria che raccontano di avere provato ansia o crisi di panico, ragazzi poco più grandi che – all’occasione – dichiarano apertamente di non aspettarsi niente di nuovo dall’anno scolastico iniziato da poco, e di essere delusi o rassegnati a un rito da vivere nel modo meno indolore anche quest’anno.

E allora, che fare? Neanche gli insegnanti navigano in acque diverse… da cosa ripartire nell’arena che quotidianamente ci mostra sfaccettature inaspettate e poco desiderabili? La domanda non perde il suo mordente, mentre intanto ogni mattina alcuni docenti entrano in classe con la determinazione di suscitare bellezza e inter-esse, cioè partecipazione dell’essere alla realtà: condividiamo per questo due piccole storie, e invitiamo i nostri lettori a raccontarci tutte le altre in cui continuamente si imbattono (comunicazione@diesse.org).

In una scuola secondaria, alcune colleghe di lettere si confrontano velocemente in sala docenti e si chiedono come sia possibile iniziare il programma di storia dell’anno finale di corso con la solita scansione, a partire dall’inizio del Novecento: con tutto ciò che sta accadendo in Afghanistan, ad esempio, la scuola non può continuare a insegnare “in differita”! in quattro e quattr’otto ecco rimediato del materiale per avviare il dialogo e la ricerca sul complesso evento che ad agosto ha lasciato senza parole il mondo occidentale: i ragazzi, dopo un iniziale entusiasmo - un po’ spiazzati dalla complessità del problema -, vorrebbero quasi tornare alla comodità delle pagine da studiare sul manuale, ma in classe le lezioni si fanno più incalzanti, così a poco a poco iniziano a immedesimarsi nelle storie e nelle situazioni che apprendono. Qualcuno scopre che proprio in questi giorni in Afghanistan i talebani hanno bandito la presenza delle ragazze dall’istruzione superiore: restano colpiti, reagiscono, iniziano a fare domande… la storia non è più quella del manuale, è un pezzo di realtà che si può scoprire anche attraverso le lezioni, l’impegno della ricerca e il dialogo in classe!

In un’altra scuola ad indirizzo professionale, la prof. di francese propone lo studio di una poesia di Prevert (Déjeuner du matin, che parla di una colazione, un gesto dell’ordinario vivere) attraverso una sorta di drammatizzazione in classe, facendola letteralmente accadere tramite la recitazione, l’uso degli strumenti citati dal poeta e la gestualità indicata dai versi: è un successo, che rende gustosa per tutti l’ora di lezione e desiderabile l’apprendimento!

Se si desidera e ci s’ingegna, la realtà vera, quella di cui Michelangelo, Leopardi, Einstein e tanti altri grandi hanno documentato la bellezza e la vertigine, può rientrare in classe in ogni ora di lezione, e continuare a coinvolgerci da protagonisti, rendendo più vivibile o trasformando tutto ciò che farebbe scivolare noi e i nostri giovani nella noia e nella fragilità dell’oggi.