Percorso 24
In occasione del VII incontro mondiale delle famiglie con Benedetto XVI ben due brevi itinerari iconografici sulla famiglia che permettono di evocarne le dimensioni fondamentali.
Percorso 23
a cura di Serenella Carmo Feliciani
Viene qui presentata la terza e ultima parte del percorso iniziato nel numero 20 della rivista.
Come i precedenti anche questo percorso, che è dedicato all’insegnamento della storia contemporanea, è animato dalla consapevolezza che si matura una competenza nell’insegnamento disciplinare incontrando e seguendo le indicazioni di maestri.
a cura di Serenella Carmo Feliciani
Viene qui presentata la seconda parte del percorso iniziato nel numero 20 della rivista.
Come il precedente anche questo percorso è animato dalla consapevolezza che si matura una competenza nell’insegnamento disciplinare incontrando e seguendo le indicazioni di maestri, ovvero di insegnanti esperti nella pratica didattica e consapevoli di tutto lo spessore culturale ed epistemologico della disciplina da insegnare.
Quanto vi proponiamo è proprio il frutto di un approccio di questo tipo relativamente all’insegnamento della storia moderna.
Questo percorso è animato dalla consapevolezza che si matura una competenza nell’insegnamento disciplinare incontrando e seguendo le indicazioni di maestri, ovvero di insegnanti esperti nella pratica didattica e consapevoli di tutto lo spessore culturale ed epistemologico della disciplina da insegnare.
Quanto presentiamo è proprio il frutto di un approccio di questo tipo.
Sottolineiamo che la scelta degli argomenti è stata dettata dall’opportunità di fornire indicazioni riguardo ai punti nodali della nostra storia, che per la loro complessità potrebbero essere ritenuti inadatti a una programmazione per la scuola secondaria di primo grado E’ invece indubbiamente utile a chi insegna in quel tipo di scuola avere chiara coscienza dei grandi processi storici, per non ridursi alla miopia di far studiare la storia solo per capitoli separati. Bisogna infatti dire ai ragazzi cose semplici, ma mai false ...
“Comunicare la storia come un fatto vivo, capace di entrare nell’orizzonte attuale della propria vita, legato in qualche modo a ciò che viviamo ora”, questo è sempre stato l’obiettivo del prof. Mascilongo, che ha elaborato una modalità originale per aiutare i suoi ragazzi ad immedesimarsi con ciò che stavano esaminando, in modo da essere “protagonisti” in prima persona degli eventi che andavano di volta in volta a studiare.
Da qui l’idea di chiamarli a raccontare i fatti, gli eventi studiati, dal punto di vista di coloro che ne erano stati i protagonisti … da leggere per stupirsi …
L’idea con cui è stata introdotta la pratica di far presentare una tesina all’inizio dell’orale dell’esame di Stato è stata quella di invitare gli studenti a mostrare di essere capaci di organizzare in modo sintetico-critico un argomento, possibilmente interdisciplinare, in modo da evidenziare il conseguimento di un’autonoma capacità di rielaborazione dei contenuti dei diversi ambiti disciplinari e di individuazione dei nessi concettuali e/o metodologici tra ambiti culturali diversi.
Di fatto negli ultimi anni preparare la “tesina per la maturità” è diventata una pratica di routine, l’esperienza che presentiamo intende invece documentare un’ipotesi di lavoro realistica per sviluppare la prospettiva ideale di elaborazione delle tesine sopra delineata.
Da diversi anni, nella mia scuola (Istituto d'Arte “Cantalamessa” di Macerata) sto effettuando un percorso didattico, all'interno della materia “Italiano”, che ha come caratteristica principale il ripercorrere lo sviluppo della nostra civiltà occidentale tramite la lettura o quantomeno la presentazione dei principali poemi epici della tradizione classica e medievale. Il tutto cominciò con una serie di incontri tra colleghi di diverse materie dedicata alla lettura del libro “Il rischio educativo” ; a un certo punto il testo suggerisce di dare agli studenti quello che loro serve veramente. La discussione iniziata su tale provocazione ci portò ad affermare che ciò che per noi era più importante nella nostra cultura personale era la coscienza della nostra tradizione. Pensammo pertanto di concordare i programmi delle varie discipline, partendo dal primo anno, in modo tale che gli studenti potessero seguire l'evoluzione della tradizione occidentale secondo il loro sviluppo storico; ogni materia avrebbe naturalmente conservato la sua specificità, ma, se necessario, ci sarebbero stati delle integrazioni nei programmi.
Il lavoro nasce dall’ideazione, da parte di una docente di lettere, di un ciclo di lezioni interdisciplinari centrate sulla musica classica al fine di favorire presso gli studenti una migliore conoscenza di questa importantissima forma d’arte.
Una prima lezione, intitolata Creazione, è già stata presentata nella nostra rivista e precisamente nei Percorsi del numero 14 (l’introduzione di quel percorso documenta il senso complessivo del lavoro didattico); qui offriamo una seconda lezione, caratterizzata da contenuti più complessi e pensata per le classi del triennio.
Ancora una volta si tratta di leggere, guardare e … imparare ad ascoltare.
Purtroppo nella scuola italiana il secondo dopoguerra viene difficilmente affrontato nelle lezioni di storia, dove spesso viene relegato alle ultime settimane di scuola, quando le preoccupazioni di preparazione dell’esame affossano ogni possibilità di approfondimento. Oltretutto di anno in anno gli studenti manifestano la progressiva perdita di una pur vaga coscienza di cosa fosse stata l’Europa dell’Est e di quanto la vita delle persone fosse condizionata dalla mancanza di libertà personale e di espressione. Di fronte a questo un’insegnante di tedesco del Liceo linguistico “Marcello Candia” di Seregno, animata da queste domande: “Ma fu davvero un evento così imprevisto e imprevedibile (la caduta del Muro di Berlino) ? Chi e cosa ha portato alla caduta del Muro ? É stata davvero la sola implosione del sistema sovietico, ormai incapace di reggere ?” ha elaborato un progetto didattico “Oltre il muro: quali speranze hanno i giovani in Europa ?”, che è culminato in un viaggio a Lipsia, dove amici tedeschi han fatto incontrare ai ragazzi testimoni di quegli anni e di quegli eventi e comprendere che ha avuto un ruolo significativo per la “svolta” anche un fatto nuovo, una realtà diversa, che cresceva nel cuore stesso della Germania Orientale.
Dall’idea di “costruire” un ciclo di lezioni interdisciplinari centrate sulla musica classica, al fine di favorire presso gli studenti una migliore conoscenza di questa importantissima forma d’arte, scaturisce questo originalissimo percorso di cui presentiamo la prima lezione, tutta da leggere, guardare e … ascoltare.
Perché la Rivoluzione industriale avviene proprio in Inghilterra ?
Non si può tentare una risposta criticamente fondata sul piano storico senza un’attenta considerazione dello scenario dell’Inghilterra della prima metà del Settecento.
E’ questo il senso del percorso presentato, che ritiene didatticamente decisivo far precedere l’analisi della Rivoluzione industriale da un’ampia ricognizione delle principali caratteristiche politiche, economiche e demografiche della Gran Bretagna nel periodo immediatamente precedente alla grande svolta economico-culturale.
a cura di Innocenza Laguri
Questo percorso documenta un significativo tentativo svoltosi nell’anno 2008-2009 all’Istituto Agnesi di Milano di rivisitazione del curriculum dei due indirizzi presenti nell’Istituto (Scienze Sociali e Sociopsicopedagogico).
Con un intelligente uso della didattica per Progetti sono state proposte ai ragazzi delle classi terze delle lezioni sull’asse storico, che tentassero una rivisitazione dei periodi oggetto di studio (mondo classico e Medioevo) a partire dalla questione antropologica.
Il Medioevo è sì un’epoca molto lontana nel tempo, ma è anche vicina, perché forse più di ogni altra ha contribuito a formare la nostra identità.
Il ciclo si incentra non sui tempi storici, ma sui luoghi della vita del Medioevo - il monastero, il castello, la città – che si sviluppano in momenti successivi, ma restano compresenti. La vita in questi luoghi ha dato un’impronta decisiva alla storia e alla cultura dell’Europa, tanto che la sua eredità è ancora ben viva.
Bernardo fu un uomo che avrebbe voluto fare della propria vita un’incessante contemplazione del mistero di Dio nel silenzio di un chiostro, ma che Dio stesso volle anche chiamare all’azione nel mondo per il bene della Chiesa. E Bernardo, umilmente, ubbidì, diventando uno dei protagonisti del XII secolo sul piano ecclesiale, teologico, spirituale e politico.
Il contributo riprende, ampliandolo, l’intervento tenuto il 4 Aprile 2009 presso la Biblioteca Cantonale di Lugano (TI – CH), in occasione di un seminario su Bernardo di Clairvaux.
I militi delle SS si divertivano ad ammonire cinicamente i prigionieri: “In qualunque modo questa guerra finisca, la guerra contro di voi l’abbiamo vinta noi; nessuno di voi rimarrà per portare testimonianza, ma se anche qualcuno scappasse, il mondo non gli crederà […] E quando anche qualche prova dovesse rimanere, e qualcuno di voi sopravvivere, la gente dirà che i fatti che voi raccontate sono troppo mostruosi per essere creduti”.
PRIMO LEVI, I sommersi e i salvati
La geografia alle superiori rischia spesso di essere una materia di secondo piano: presentiamo qui un percorso che mostra come sia invece una disciplina decisamente rilevante per lo sviluppo di una formazione culturale umanistica e che non è necessario accostarla come una materia arida e noiosa, ma che anzi si presta a essere rielaborata in modo molto originale.
Sfogliando i libri di storia, visitando i siti internet o anche solo raccogliendo qualche osservazione sul tema “crociate” emerge con chiarezza una diffusa tendenza ad etichettare in maniera negativa, sbrigativa e superficiale questo fenomeno storico. Nella stragrande maggioranza dei casi questi giudizi non sono supportati da una reale indagine storica, ma sono invece spesso basati su pregiudizi culturali frutto di una concezione acritica e il più delle volte ideologica.
Il tema dell’identità personale si approfondisce a partire dalla problematica mass-mediale, con il rimando alla figura del supereroe Batman, dall’omonima pellicola di Tim Burton (1989).
Lo studio di caso può costituire un sorprendente banco di prova delle teorie filosofiche di Locke sulla nozione di persona.
Il lavoro prende lo spunto da un’intervista con la giallista inglese P. D. James pubblicata il 17 febbraio 2006 sul numero 935 de Il Venerdì di Repubblica in occasione della pubblicazione, per i tipi di Mondadori, del suo ultimo giallo, Brividi di morte per l’ispettore Dalgliesh. Particolarmente significativa è stata giudicata la risposta della scrittrice a una delle ultime domande:
"Quali consigli darebbe a giallisti principianti?"
"L'Europa è nata pellegrinando
e la sua lingua è il cristianesimo".
Goethe
Il percorso, realizzato in una classe prima della scuola secondaria di I grado, vuole offrire una visione della storia come fatta da uomini che, in ambiti e luoghi quotidiani (il percorso è stato realizzato nel contesto dei territori matildici, nella provincia di Reggio Emilia), tessono la trama sostanziale di cambiamenti e trasformazioni, realizzati innanzitutto nella coscienza con cui il singolo guarda la realtà.
Il percorso didattico proposto ha un obiettivo ben preciso: quello di dimostrare, attraverso la presentazione di un tema affrontato durante l’esperienza del tirocinio, la validità e l’efficacia dell’utilizzo didattico della storia locale. Ci si propone di analizzare i rapporti tra lo Stato italiano e la Chiesa cattolica, nel loro sviluppo a partire dalla “questione romana” che comincia a porsi nel periodo risorgimentale per arrivare a una risoluzione con i Patti Lateranensi del 1929, fino alle elezioni che nel 1948 decretarono il successo della Democrazia cristiana.
Percorso per una classe quinta liceo che partendo dalla trattazione dell’eugenetica nazista, attraverso il confronto con nuove forme di eugenetica di cui spesso non ci si rende conto, giunga a porre il problema della sempre più attuale necessità di una bioetica che a partire dai fatti e dalla ragione possa davvero salvaguardare l’essere umano.