Marzo 2011

Nel corso degli anni ho scoperto la notevole “forza” della testimonianza; il suo pregio dal punto di vista umano, formativo e quindi didattico è quello di poter trasmettere alle nuove generazioni i valori su cui basare la propria esistenza. Raccontare in prima persona o presentare agli allievi il racconto di altri è una strategia didattica molto preziosa per favorire una riflessione sentita e partecipata e per stimolare allo studio e all’approfondimento di fatti storici e scientifici.

Il GLH (gruppo di lavoro sull’handicap) dell’Istituto in cui insegno ha chiesto di illustrare agli allievi la Giornata per i diritti delle persone disabili¹. Il MIUR ha invitato gli insegnanti a celebrare la Giornata della Memoria²; e quella del Ricordo³;. A livello scolastico il senso delle “giornate” è, secondo la mia interpretazione, quello di focalizzare e mantenere viva l’attenzione su argomenti che, altrimenti, rimarrebbero sullo sfondo culturale rischiando di cadere nell’oblio; stilare con i colleghi di altre materie una programmazione interdisciplinare arricchita da più punti di vista e quindi più significativa; avere la possibilità di effettuare un’analisi con il supporto di materiali, testi e video forniti dai media; condividere con altri enti istituzionali le iniziative per valorizzare gli ideali di convivenza civile e di rispetto del diverso.

Quest’anno ho deciso di portare alcune esperienze personali legate a tutte e tre le tematiche. Ho vissuto tre giornate memorabili per il mio percorso professionale: mai avevo colto quale rilevanza avesse mettersi in gioco in prima persona! Scavando nei ricordi, ho trovato altri episodi in cui mi sono “esposta” attraverso la narrazione di eventi significativi. Solo ora però ho raggiunto una piena consapevolezza della sua validità.

In Prima ho raccontato tre “storie” che mi hanno coinvolto da vicino: il mio percorso - rapporto con la problematica della disabilità; la cerimonia durante la quale si è ricordato il sacrificio vissuto da coloro che sono stati internati in campi di concentramento; l’esodo di persone dai territori natii per sfuggire alle persecuzioni. In tutti e tre le giornate mi sono molto emozionata ed ho trasmesso questo stato d’animo ai miei alunni. I ragazzi hanno ascoltato con interesse ed attenzione e mi hanno posto molte domande. È nato in loro il desiderio di approfondire e di capire meglio le cause che hanno portato alle diverse forme di discriminazione; ho spiegato loro che le avrebbero studiate in ambito disciplinare nei momenti opportuni.

Dopo questa esperienza sono convinta che il coinvolgimento personale nell’attività didattica è davvero di grande significato pedagogico, soprattutto in una fase adolescenziale, quando gli allievi sono alla ricerca di valori di riferimento per la costruzione della propria identità.

Sono certa che in futuro sfrutterò questa modalità per favorire negli studenti una maggior introspezione, perché è importante poter dire loro che “…è nelle vostre generazioni che noi riponiamo la nostra fiducia in un futuro libero dagli spettri e dalle insidie del razzismo, dell'antisemitismo, dell'intolleranza.”
¹La Commissione Europea, in accordo con le Nazioni Unite, istituisce, nel luglio del 1993, il 3 dicembre, Giornata Europea delle Persone Disabili.
http://www.fishonlus.it/2010/11/29/3-dicembre-un-premio-contro-le-discriminazioni/
²http://www.istruzione.it/web/istruzione/prot451_11
³http://www.istruzione.it/web/istruzione/prot1082_11