Aprile 2011

Sono in terza media. Il “programma” incalza, nelle classi parallele sono “più avanti”, non riesco a stare al passo dei miei colleghi. Sono preoccupata di non riuscire ad affrontare tutti i contenuti previsti. Laura¹ racconta di essersi confrontata con i compagni di un’altra classe e di aver scoperto che hanno già concluso un argomento che noi non abbiamo ancora iniziato. Cerco di tranquillizzare lei e tutti gli altri allievi spiegando loro che, in molte occasioni, ho già anticipato alcuni aspetti che poi saranno in grado di capire con facilità ed in modo immediato. Poiché sono anch’io in ansia, decido di svolgere la tematica di oggi con una lezione frontale (è già successo qualche altra volta anche se poi mi sono sempre pentita!): introduco l’argomento, spiego i concetti fondamentali, eseguo alcuni esempi alla lavagna, chiedo se hanno compreso, ricevo solo qualche risposta affermativa per cui stimolo a fare domande specifiche (che non arrivano), sollecito all’analisi del testo, invito gli allievi a fare alcuni esercizi a livello collettivo. Al termine assegno i “compiti” per casa. Nel pomeriggio ripenso alla mattinata. Ho osservato i ragazzi: pochi - i più motivati - hanno partecipato attivamente, altri hanno seguito con aria disattenta, alcuni si sono distratti, qualcuno ha cercato di coinvolgere i compagni in attività di disturbo. Avranno capito ciò che ho spiegato? Lo verificherò in seguito, anche se ho già alcuni dubbi.

La lezione intesa in modo “tradizionale” ha il vantaggio di svolgere il “programma” nei tempi richiesti, ma certamente non permette di coinvolgere tutti gli allievi. Gli alunni “eccellenti” seguono tutti gli argomenti proposti e con qualsiasi modalità di lezione (anche le più “noiose”) in quanto sono in grado di attivare autonomamente le loro capacità di ascolto e di attenzione. I ragazzi più “deboli”, al contrario, non riescono a comprendere i concetti nuovi per motivi non sempre dipendenti dalla loro volontà. Per questo, nei mesi e negli anni precedenti, ho cercato di utilizzare strategie che potessero motivare tutti gli alunni, nessuno escluso, allo studio.

Ricordo come erano gli studenti che sono attualmente in terza quando frequentavano la prima; allora ero meno preoccupata per il “programma” e cercavo di impostare la lezione attraverso proposte coinvolgenti: tutti gli allievi partecipavano, con modalità e contributi differenti, e non vedevo facce annoiate! Spesso ho fatto proposte di lavoro che hanno richiesto parecchio tempo per la loro realizzazione in quanto si trattava di attività operative e problematiche finalizzate alla ricerca di regolarità, alla scoperta di concetti, all’analisi di situazioni specifiche. Anche lo studio personale era in genere efficace: dovevano solo rivedere a livello individuale ciò che in classe avevano sperimentato e ricercato, a coppie o in gruppo, e sistematizzato a livello collettivo. Non sempre ero soddisfatta in modo completo, in quanto mi accorgevo che la rielaborazione di concetti più complessi aveva bisogno di essere rivista e ripresa con attività più mirate e, soprattutto per i ragazzi con più incertezze, con momenti di confronto con i compagni. Sarebbe stato bello in quei casi avere ulteriore tempo per attivare il Peer Tutoring (un allievo fa da tutor ad un altro) al fine di aiutare ciascuno ad acquisire in modo più consapevole conoscenze, abilità e competenze (termine molto citato, ma forse per ora poco sviluppato in ambito scolastico). Ma già allora affiorava l’apprensione che mi portava a fare il confronto con le altre classi e mi spingeva a non “perdere ulteriore tempo” e quindi rinunciavo … e passavo al argomento successivo. Capitolare però non è stato positivo per nessuno: gli allievi migliori non hanno potuto sviluppare le loro abilità di comunicazione e quelli più problematici non sono riusciti a colmare tutti i loro dubbi e sono rimaste alcune lacune che ora, in terza, rendono più incerte le loro prestazioni.

Mi chiedo: è più importante, nella scuola media, terminare il “programma” o fornire agli studenti solide basi per il loro futuro apprendimento?
¹I nomi sono di fantasia.