Novembre 2011

Ottobre 2011/Novembre 2011: ho letto la Lettera del Commissario straordinario Invalsi per i Dirigenti Scolastici in cui vengono fornite le informazioni circa le date e le modalità di svolgimento delle prove del SNV2012; sono in attesa di concentrarmi nella lettura del Rapporto previsto per metà novembre sugli esiti delle rilevazioni dell’a.s.2010/11 che deve completare le prime analisi pubblicate sul sito dell’Invalsi il 28 luglio 2011.
Ritorno indietro nel tempo e rivivo quello che ho provato a giugno.

20 giugno 2011: i miei alunni di terza oggi affrontano la prova Invalsi. Mi auguro che vada bene per tutti.
21 giugno 2011: un’analisi a caldo mi fa riflettere sul mio insegnamento. Esamino i quesiti di matematica (confesso: insegno matematica e scienze): come mi aspettavo sono stati formulati facendo molta attenzione a spaziare tra i quattro temi (Numeri, Spazio e Figure, Relazioni e Funzioni, Dati e Previsioni), a operare collegamenti con la realtà senza dimenticarsi di testare anche qualche aspetto legato a concetti di base di tipo teorico, a fornire la possibilità a tutti gli studenti di rispondere almeno a qualche domanda.
Per i ragazzi con buone attitudini la prova si è mostrata sicuramente accessibile anche se qualche imprecisione è emersa nelle risposte alle domande aperte che richiedevano argomentazioni. Nel corso dell’anno in più occasioni ho chiesto loro di giustificare le scelte effettuate e di spiegare il ragionamento utilizzato, ma hanno stentato ad esprimere il loro pensiero per iscritto, mentre erano più propensi a manifestarlo oralmente.
Gli studenti con medie capacità si sono confermati anche in questa prova: hanno risposto soprattutto ai quesiti più abbordabili e qualcuno ha faticato ad ottenere un risultato proporzionato alle proprie abilità. Sono allievi un po’ troppo “scolastici”: studiano le definizioni e le regole, applicano abbastanza bene le procedure in contesti noti, ma non riescono a operare in modo “creativo”! Qualche volta ho proposto “situazioni nuove” in classe sia a livello collettivo che a piccoli gruppi ma, forse, si sono “appoggiati” ai ragazzi “più” bravi.
Solo alcuni allievi più deboli sono riusciti a svolgere la prova in modo soddisfacente; gli altri (pochi per la verità) nelle attività in classe, anche se sollecitati a fornire il loro contributo, si sono spesso “arresi” e “hanno riprodotto” lo svolgimento effettuato dai compagni.
Mi chiedo: qual è il percorso che devo intraprendere per favorire la comprensione matematica della realtà a tutti gli allievi? Nel mio lavoro quotidiano ho affiancato alcune strategie nuove (attività laboratoriali, apprendimento cooperativo, discussione in classe, utilizzo degli strumenti informatici, aspetto storico, lettura di testi accattivanti, teatro dei numeri e delle figure, analisi di situazioni problematiche...) a quelle più tradizionali. Eppure … ancora non riesco a fornire gli strumenti di base per far acquisire a tutti una competenza in matematica e una competenza matematica (vedi D’Amore¹)!

Ritorno con la mente ad oggi. La lettura del “rapporto” prodotto dall’Invalsi in base all’analisi statistica dei risultati mi fornirà ulteriori informazioni su cui ragionare e riflettere!
¹http://www.dm.unibo.it/rsddm/it/articoli/damore/737%20Prefazione%20buone%20pratiche.pdf e D’Amore B., Godino D.J., Arrigo G., Fandiño Pinilla M.I. (2003). Competenze in matematica. Bologna: Pitagora.