Correggendo delle verifiche...

Oggi devo correggere un “pacco” di verifiche.
Gli alunni hanno eseguito una prova strutturata suddivisa in due parti: la prima testa le conoscenze possedute dai ragazzi nel ambito di un preciso argomento; la seconda accerta le abilità acquisite durante le attività sia in classe che a casa. Qualche giorno fa ho cercato nel mio archivio personale una traccia da riutilizzare; una volta riletta, ho deciso di ritoccarla. Dopo un esercizio che richiedeva il completamento di frasi riguardanti le definizioni e le proprietà e un altro che sollecitava ad ordinare le sequenze necessarie per eseguire un algoritmo specifico, ho introdotto, rispetto alla bozza precedente, la richiesta di indicare tra due frasi, tra loro alternative, quella corretta ed in seguito di fornire un esempio e una motivazione per meglio esplicitare le ragioni della scelta. Gli esercizi di applicazione delle procedure sono rimasti invariati; ho solo inserito un’attività facoltativa che i ragazzi potevano svolgere nel caso avessero terminato in anticipo la parte comune. Ho effettuato una modifica anche per quanto riguarda i punti da attribuire ai singoli quesiti. In passato assegnavo il punteggio più alto a quelli più difficili, ora mi comporto in modo opposto perché sono esercizi che devono servire per valorizzare le eccellenze e non per penalizzare ulteriormente gli alunni “più deboli”.
Scorro con lo sguardo il gruppo di fogli che ho davanti a me. Do un’occhiata ad alcuni di essi e mi rallegro: parecchi studenti dimostrano di aver interiorizzato l’argomento svolto ed ora potrebbero affrontare anche qualche prova atta ad accertare le competenze in situazioni nuove. Mi accorgo altresì che qualcuno non è riuscito a svolgere alcune consegne: in alcuni casi vi sono errori piuttosto “comuni”, mentre in altri noto che vi sono passaggi poco chiari, a volte addirittura per nulla logici!
Da qualche tempo sono “allergica” alla correzione: so che lo devo fare ma mi pesa cominciare; è piuttosto frustrante per un’insegnante accorgersi che, pur avendo cercato di fornire contenuti e procedure con varie modalità e strategie, vi sono ancora allievi che faticano a comprendere e a fare propri i concetti nuovi.
Procedo alla correzione sistematica. Analizzo con più calma le inesattezze, assegno i punti, calcolo le percentuali a cui faccio corrispondere i voti in decimi secondo le delibere del Collegio dei Docenti. Poiché non è possibile evitare (spero lo sarà in futuro, quando si riuscirà ad effettuare una valutazione autentica!) di attribuire dei valori numerici, cerco di valorizzare l’aspetto dell’analisi statistica dei risultati. Calcolo la media aritmetica della classe, la mediana, l’intervallo di variazione e trovo la moda che poi comunicherò ai ragazzi, perché possano avere un’idea dell’andamento generale della prova. Sandro¹, Laura ed Angela hanno svolto la verifica in modo esemplare, parecchi allievi ottengono esiti positivi, per alcuni la prestazione è soddisfacente o accettabile, ma circa il 20% degli alunni non raggiunge la sufficienza!
I risultati di una verifica, in genere, si distribuiscono secondo una curva ”a campana”, ma non mi rassegno: ogni volta spero che le frequenze dei voti al di sotto della sufficienza siano nulle! Anche i ragazzi più deboli devono poter raggiungere gli obiettivi minimi! Siamo in una scuola secondaria di primo grado, formativa ed orientativa: le discipline devono servire a fornire le competenze necessarie perché tutti (ribadisco tutti!) possano essere cittadini del mondo.
Cerco di focalizzare l’attenzione sugli esercizi nei quali gli studenti hanno incontrato maggiori difficoltà per individuare su quali aspetti devo ancora soffermarmi.
Domani consegnerò le verifiche. So che i ragazzi aspettano con ansia i “voti”. Immagino la gioia di alcuni e la delusione di altri. Nella classe, infatti, tutti vorrebbero fare bene.
Tempo fa correggevo la prova a livello collettivo, ma mi sono accorta che per molti alunni era assolutamente inutile. Da qualche anno cerco di “individualizzare” la correzione attraverso la formazione di gruppi omogenei (costituiti da allievi che hanno ottenuto lo stesso livello di rendimento) o eterogenei (composti da alunni con capacità differenti) a seconda della tipologia della verifica e dei risultati conseguiti.
Fra poco mi organizzo…

¹ I nomi sono di fantasia