Maggio 2012

Ho appena letto la C.M. n. 31 del 18 aprile 2012 del MIUR il cui oggetto riguarda la Revisione delle Indicazioni nazionali per la scuola dell’infanzia e per il primo ciclo di istruzione. Spero che gli “esperti” sappiano davvero interpretare le esigenze della scuola di oggi!

Stamane in classe ho introdotto un argomento chiave ed ho cercato di coinvolgere i ragazzi più fragili. Ho chiesto loro di osservare ciò che avevo scritto sulla LIM per poi trarre delle conclusioni. A fatica (e con un certo tempo) sono riuscita a far svolgere loro alcune procedure fondamentali per proseguire il percorso. Gli alunni cosiddetti “eccellenti” si meravigliavano dello sforzo che dovevo compiere per far comprendere i passaggi da applicare - ai loro occhi piuttosto semplici ed immediati - ai compagni più deboli. Mi guardavano con stupore e incredulità: si chiedevano quali fossero gli ostacoli. Gemma¹ sembrava piuttosto risentita e pareva dirmi: “Prof., per favore, lasci perdere, non insista e continuiamo!”. Sandro, al contrario, seduto vicino a Marcello, cercava di aiutarlo a capire. Due atteggiamenti molto diversi fra loro che, come al solito, mi hanno fatto riflettere. Dopo aver analizzato il testo ed evidenziato i concetti da noi scoperti, ho modificato la disposizione dei posti in modo tale che accanto ad ogni allievo in difficoltà ci fosse un alunno più sicuro. I ragazzi hanno svolto le esercitazioni in coppia. Ad un certo punto Sandro mi ha chiamato e mi ha detto: “Prof., Marcello è riuscito a fare l’esercizio meglio di me! Anzi, mi ha addirittura corretto! Ed aveva ragione perché mi sono confuso!”. Gemma oggi ha sofferto un po’: avrebbe desiderato lavorare con Alice per potersi confrontare con una compagna di pari livello, mentre ha dovuto aiutare Carolina che non riusciva ad eseguire gli esercizi in modo autosufficiente. La prossima volta organizzerò l’attività in modo tale che gli allievi più autonomi possano risolvere quesiti più complessi in piccoli gruppi omogenei; nel frattempo io seguirò con particolare attenzione coloro che denoteranno ancora qualche insicurezza. In seguito continuerò il “programma”.

In base alla mia esperienza quotidiana (emblematica mi pare quella da me vissuta stamattina), per affrontare qualsiasi tematica in un ambiente caratterizzato dall’eterogeneità qual è la scuola fino al termine della secondaria di primo grado, con allievi così diversi tra loro, è necessario avere tempo2 ed utilizzare strategie adeguate e diversificate! Gli studenti devono poter esprimere liberamente i loro pensieri e i loro dubbi, provare a cimentarsi nelle varie attività, sbagliare e utilizzare l’errore per comprendere e quindi interiorizzare i concetti. E gli insegnanti devono poter:
A- valorizzare le “eccellenze” e rinforzare gli studenti più “deboli”, considerando che nelle classi sono presenti numerosi alunni con Bisogni Educativi Speciali (con problematiche di tipo cognitivo o di tipo affettivo-relazionale, con D.S.A., con disabilità, di diversa etnia…) che hanno il diritto di poter affrontare con serenità e con le metodologie adeguate tutti gli aspetti fondamentali del curricolo;
B- mettere in atto forme di lezione basate sulla collaborazione e sulla solidarietà fra gli alunni (e non sulla competizione come spesso oggi avviene);
C- privilegiare i metodi basati sul approccio laboratoriale;
D- guidare gli allievi ad “imparare ad imparare”… Per fare tutto questo è necessario, secondo il mio modesto parere, affrontare pochi argomenti che abbiano in nuce la possibilità di essere ampliati - attraverso modalità di lavoro di gruppo e/o di rielaborazione personale - da coloro che davvero ne hanno le potenzialità e le attitudini! Avrei voluto leggere, perciò, nella circolare soprannominata, tra i Criteri di Revisione delle Indicazioni Nazionali, oltre a quelli indicati, anche la raccomandazione a definire con chiarezza e con precisione i nodi essenziali (che possano essere accessibili non solo ai normo-dotati ma anche a coloro che presentano qualche difficoltà) di tutte le discipline e quindi, rispetto al passato, individuare con maggior accuratezza pochi concetti di base sui quali progettare l’intervento didattico differenziato.
Al proposito avrei qualche idea di tipo organizzativo…che esporrò in una prossima pagina, caro diario!

¹I nomi sono di fantasia.