Riflessioni sui risultati delle indagini PISA

Sono state pubblicate dal MIUR le Principali conclusioni stilate in seguito alle indagini effettuate secondo il Programma di valutazione internazionale degli studenti, noto come PISA - Programme for International Student Assessment; mi hanno molto colpito alcuni punti riguardanti l’Italia che riporto in breve:

  • Gli studenti ottengono .... solo 475 punti negli esercizi che misurano la capacità di formulare situazioni in modo matematico – un punteggio ben inferiore alla media OCSE.
  • La percentuale di studenti con i migliori risultati in scienze (6,1%), [cioè coloro che] sono in grado di identificare, spiegare e applicare la conoscenza scientifica e la conoscenza sulla scienza in un insieme di situazioni complesse della vita reale, è inferiore alla media OCSE.
  • In lettura [solo] il 6,7% degli studenti, [che] comprendono anche testi che, per forma o per contenuto, non sono loro familiari ..., si colloca nella fascia superiore della scala PISA, rispetto all’8,4% nell’insieme dei Paesi OCSE.

I risultati ottenuti dai ragazzi italiani confermano le osservazioni che quotidianamente compio in classe: sono molto abili in attività in cui si “allenano”, ma cadono nei quesiti che si discostano da quelli più consueti. In particolare incespicano nei tests in cui si devono mettere in gioco abilità di analisi, di interpretazione, di deduzione, di costruzione delle strutture matematiche e per i quali devono fornire spiegazioni coerenti utilizzando un linguaggio specifico corretto e rigoroso.
Quando ho uno scambio di opinioni con gli studenti, scopro che alcuni, in genere i più deboli e quelli potenzialmente “dotati” ma piuttosto “pigri”, prediligono una didattica basata su spiegazioni frontali da parte del docente, con successiva esecuzione di esercizi “standard” sui quali esercitarsi per effettuare la prova di verifica. Affrontare l’analisi di situazioni problematiche, come spesso propongo, è per loro molto difficile ed impegnativo e, quindi, preferirebbero che io utilizzassi un metodo più tradizionale. Non per tutti gli studenti è così, ma è complesso lavorare in un contesto in cui solo pochi accettano di “congetturare”, di “ragionare”, di “argomentare”, in sostanza di “fare fatica”! Se ciò avviene anche ad altri colleghi posso allora capire come mai gli italiani stentano a raggiungere le fasce superiori della scala PISA! Io comunque non demordo. Sono convinta che i ragazzi (tutti, soprattutto i più deboli e i più “pigri”) necessitano di incontrare insegnanti (tutti, di qualsiasi materia) che li rassicurino e che abbiano il coraggio di adottare strategie innovative che li spronino, anche con modalità collaborative, a “risolvere problemi in ambiti inesplorati”, a “discutere e scambiarsi opinioni”, a “formulare ipotesi”, a “cercare le soluzioni”, a “costruire i concetti”, a “motivare le proprie scelte” e quindi a sviluppare il loro senso critico!
Le Indicazioni Nazionali del 2012 spingono sicuramente in questa direzione... Ne ho avuto prova frequentando un corso di formazione in rete insieme ad altri insegnanti degli Istituti Comprensivi del territorio, finalizzato all’analisi dei quesiti proposti dall’Invalsi per la valutazione del sistema di istruzione nazionale in matematica. È stata un’esperienza molto istruttiva e costruttiva: su suggerimento dei formatori, esperti di didattica, abbiamo lavorato a livello collettivo e in seguito in piccoli gruppi omogenei (della stessa tipologia di scuola - secondaria o primaria) e/o eterogenei (con docenti sia delle “elementari” sia delle “medie”) confrontando i contenuti e le metodologie utilizzati nei due livelli scolastici. Come referenti del nostro Istituto, io e la collega della Primaria, dovevamo trasmettere agli altri insegnanti la sintesi di ciò che avevamo appreso. Ci siamo così incontrate in momenti non istituzionalizzati - perfino durante l’estate! - e abbiamo prodotto due presentazioni, racchiudendo nelle slides i punti che a nostro parere erano più significativi. Lo scambio tra noi è stato molto fruttuoso e ci ha permesso di ragionare ulteriormente sulle sollecitazioni che ci erano state fornite. In un incontro di un paio d’ore (assolutamente insufficiente a trattare in modo esaustivo le tematiche in esame) abbiamo poi trasferito qualche concetto ad alcuni colleghi di matematica. Credo sia necessario, ora, poter avere la possibilit๠di continuare a lavorare all’interno dell’Istituto, sia in orizzontale che in verticale, per approfondire l’analisi dei documenti ed avviare un processo di ricerca e di sperimentazione.

¹ Invito a leggere gli articoli “Ripartire dagli insegnanti” proposto da Educazione&Scuola e “Le risorse 2013 per le scuole ex legge 440” di Diesse.