A proposito della autonomia dei docenti nella scelta dei libri di testo

Un anno fa, con la Nota n. 2581 del 09/04/2014, il Miur è intervenuto in modo preciso sulla questione dei libri di testo.
Era perciò molto attesa la circolare per l'adozione dei libri di testo per l'a.s. 2015/16, pubblicata il 29/04/2015.
In verità l'attuale Nota fa riferimento totalmente a quella dell'anno precedente, che ha riassunto l'intero quadro normativo a cui le scuole si attengono dall'a.s. 2014/15, a seguito delle modifiche normative.
La nota del 2015 contiene quindi solo delle precisazioni.
In particolare si fanno puntualizzazioni sul tetto di spesa.

Ricordiamo che la Nota dello scorso anno era in qualche modo 'esplosiva' perché si affermava che «Il collegio dei docenti può adottare, con formale delibera, libri di testo ovvero strumenti alternativi».
Si sancisce, cioè, che i docenti 'possono' e non 'devono' adottare i libri di testo! Grande conquista… che conquista non è, se pensiamo – infatti – che non è mai esistita una legge che imponesse l'adozione dei manuali. Eppure, quanti docenti lo sapevano? Quel può, finalmente dice con chiarezza che non è un obbligo adottare manuali: e il Miur sottolinea quel "può", perché sa bene che la circolare va contro un'abitudine così inveterata, che vale di più di una legge.
Peraltro la Nota dice che «Il collegio dei docenti può adottare, con formale delibera, libri di testo ovvero strumenti alternativi»: ma che cosa si intende per 'ovvero strumenti alternativi'? Che gli strumenti alternativi sono obbligatori al posto dei libri di testo? A stare alla sintassi, sembrerebbe che i docenti possono adottare o libri testo o strumenti diversi: ma se possono, vuol dire che possono anche non adottare né gli uni, né gli altri. Ma sarà così?

La questione, a distanza di un anno, non è stata chiarita. Insomma, viene da chiedersi se, per caso, per NON adottare occorre aver realizzato strumenti alternativi, ovvero il libro di testo frutto del lavoro dei docenti con i loro studenti. Però questi strumenti alternativi sono testi digitali che devono essere validati a livello centrale e che devono passare attraverso le forche caudine di un iter molto farraginoso (digitalizzazione del prodotto, docente supervisore, registrazione della licenza, distribuzione gratuita…).

Ci sembra che effettivamente non ci siano ancora le condizioni per parlare di una vera libertà nella adozione o non adozione dei libri di testo.
E, forse, neppure nell'adozione dei testi stessi, dal momento che in molte scuole – per ragioni di opportunità pratica, come ad esempio il caso di ragazzi che vengono bocciati e cambiano sezione – si tende ad omologare le adozioni.

A questo proposito vorremmo evidenziare un passaggio della nuova Nota ministeriale, quando "Si ricorda ai dirigenti scolastici di esercitare la necessaria vigilanza affinché le adozioni dei libri di testo di tutte le discipline siano deliberate nel rispetto dei vincoli di legge assicurando in ogni caso che le scelte siano espressione della libertà di insegnamento e dell'autonomia dei docenti" [il grassetto è nostro].
Ecco, forse varrebbe proprio fare appello a tale indicazione, per rivendicare la libertà di poter decidere anche l'adozione di un testo diverso da quello deciso dai colleghi. D'altra parte perché mai, allora, il Miur ha sottolineato tale aspetto?
Facciamone tesoro quando, in qualche collegio, o in qualche dipartimento, le nostre scelte dovessero essere osteggiate da alcuni colleghi.