Il curriculum verticale

Riprendiamo la nostra Rubrica riproponendo una riflessione sul curriculum verticale che abbiamo pubblicato nelle sezioni della scuola primaria e secondaria di primo grado, ma che è ugualmente utilizzabile anche nella scuola superiore, così come nell'infanzia.

Rispetto ai curriculum offerti lo scorso anno, questa volta si tratta di un'esperienza interessante soprattutto per le implicazioni di metodo: la scuola che lo ha formulato è partita dalle discipline per individuare le competenze chiave e declinarle nella scuola primaria e secondaria di primo grado.

Ci sembra un esperimento interessante:
1. innanzitutto perché le competenze di cittadinanza sono di fatto riconducibili alle competenze di Cittadinanza europee e a quelle trasversali presenti nelle Indicazioni nazionali per il curricolo del 2012;
2. inoltre è interessante perché non sono state definite in modo astratto, ma partendo da quello che è stato fatto concretamente in classe, in ogni disciplina (in questo specifico caso, in quelle dell'area matematica-tecnica-scientifica).

Ora, proprio questo approccio è quello che - a nostro avviso - dovrebbe essere adottato per la declinazione di tutto il curriculum verticale: che non dovrebbe essere considerato come il catalogo delle buone intenzioni (a cui gli insegnanti italiani, in realtà, sono stati abituati attraverso la definizione degli obiettivi didattici); ma, semmai, la trascrizione di ciò che, realmente, viene attivato in classe.

Partendo cioè dall'esperienza concreta, da ciò che veramente è stato svolto con i propri alunni, si potrà costruire un curriculum che abbia un senso: perché in questo modo si potrà effettivamente mettere sotto osservazione critica il proprio operato ed eventualmente - pensare di bilanciare, smussare, ridefinire la progettazione, per rendere il cammino dello studente più graduale, effettivamente adeguato alle fasi della sua maturazione, cercando di evitare spiegazioni di argomenti analoghi in discipline diverse, al contrario creando sinergie tra le materie per ottimizzare i tempi.

Altrimenti il curriculum sarà - come lo erano le programmazioni, una bella dichiarazione di intenti, una mera declaratoria burocratica, capace solo di appesantire il lavoro del docente, anziché uno strumento per orientare positivamente le energie dei docenti.
Per fare questo, però, occorre un reale lavoro insieme tra gli insegnanti che dovrebbero anche poter scegliere liberamente con chi condividere la propria idea di scuola e di studente e i modi per raggiungerla: altrimenti i dipartimenti e i vari gruppi di progetto non saranno che piccole gabbie che tarpano anziché mettere le ali alla fantasia, creatività e professionalità dei docenti.