Formazione obbligatoria? Sì, ma libera…

Riportiamo uno stralcio di un interessante contributo apparso in Orizzontescuola.it del 7 ottobre 2016, sul nuovo Piano di formazione nazionale del Miur.

Formazione docenti obbligatoria: no a imposizioni del Ds, no a monte ore specifico, nascono unità formative
Più di ottanta pagine costituiscono il piano di formazione docente nazionale del MIUR. In detto piano si sottolinea che la formazione è un dovere professionale oltre che un diritto contrattuale.
[…] è la stessa legge 107/2015 a riconoscere che la partecipazione ad azioni formative, con una pluralità di scelte possibili, deve fare riferimento alla comunità scolastica, nello specifico al Piano Triennale dell’Offerta Formativa che dovrà contenere al suo interno anche la previsione delle azioni formative che l’istituto si impegna a progettare e a realizzare per i propri docenti (e per tutto il personale), in forma differenziata in relazione ai bisogni rilevati. […].”.
Grande rilevanza avrà il RAV “[…]. Le analisi interne al RAV sono la base di partenza per il Piano di Miglioramento e lo stesso RAV individua la formazione come una delle 7 aree di processo su cui viene espresso un giudizio sull’istituto e uno degli obiettivi di processo che la scuola può indicare e definire per raggiungere i risultati.”

Non potrà il piano essere imposto dall’alto
“Il Dirigente nella definizione delle linee di indirizzo da proporre al Collegio Docenti per l’elaborazione del Piano di formazione dell’Istituto, tiene conto delle esigenze formative espresse dai docenti nei propri piani individuali. Il Piano di formazione dell’istituto è quindi il risultato di tali valutazioni e dovrà essere inserito nell’aggiornamento annuale del PTOF.[…]
Sarà compito della rete scolastica/ rete di scopo, curare la progettazione e l’organizzazione della formazione. […] All’interno della progettazione di ambito è comunque possibile l’assegnazione di fondi anche a singole scuole per rispondere a esigenze formative previste nel piano triennale e non realizzabili in altro modo.[…] ”

Formazione sì obbligatoria, ma senza monte ore specifico
“Le azioni formative per gli insegnanti di ogni istituto sono inserite nel Piano Triennale dell’Offerta Formativa, in coerenza con le scelte del Collegio Docenti che lo elabora sulla base degli indirizzi del dirigente scolastico. L’obbligatorietà non si traduce, quindi, automaticamente in un numero di ore da svolgere ogni anno, ma nel rispetto del contenuto del piano Tale piano può prevedere percorsi, anche su temi differenziati e trasversali, rivolti a tutti i docenti della stessa scuola, a dipartimenti disciplinari, a gruppi di docenti di scuole in rete, a docenti che partecipano a ricerche innovative con università o enti, a singoli docenti che seguono attività per aspetti specifici della propria disciplina.”
[…] Al fine di qualificare e riconoscere l’impegno del docente nelle iniziative di formazione, nel prossimo triennio in via sperimentale, le scuole articoleranno le attività proposte in Unità Formative. […] Le Unità Formative, possono esse¬re inoltre associate alle scelte personali del docente, che potrà anche avvalersi della carta elettronica per la formazione messa a disposizione dal MIUR (DPCM 23-9-2015, in attuazione della legge 107/2015).
Le attività formative (partecipazione a percorsi, frequenza di stage, corsi accademici, percorsi on line anche attraverso modalità di riconoscimento delle competenze come gli open badges, partecipazione a gruppi di ricerca, gemellaggi e scambi, ecc.) saranno documentate nel portfolio personale del docente e portate a conoscenza della scuola di appartenenza, che si impegna a valorizzarle in diversi modi (workshop, panel, pubblicazioni, ecc.) in modo da ricondurle ad un investimento per l’intera comunità professionale.”

Si dovrà garantire l’opzione metodologica di minoranza
Si deve capire in tutto ciò in che modalità troverà spazio l’opzione metodologica di minoranza. Il Comma 14 articolo 1 della legge 107 2015 che modifica l’articolo 3 del DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 8 marzo 1999, n. 275 afferma che: “il piano è coerente con gli obiettivi generali ed educativi dei diversi tipi e indirizzi di studi, determinati a livello nazionale a norma dell’articolo 8, e riflette le esigenze del contesto culturale, sociale ed economico della realtà locale, tenendo conto della programmazione territoriale dell’offerta formativa. Esso comprende e riconosce le diverse opzioni metodologiche, anche di gruppi minoritari, valorizza le corrispondenti professionalità e indica gli insegnamenti e le discipline tali da coprire: (omissis)”. Da ciò discende che quando viene fatta valere la detta opzione, questa non potrà che essere inserita obbligatoriamente nel Piano dell’Offerta Formativa Triennale, detto PTOF, senza che si possa esercitare un voto positivo o negativo. D’altronde il Dirigente nella definizione delle linee di indirizzo da proporre al Collegio Docenti per l’elaborazione del Piano di formazione dell’Istituto, tiene conto delle esigenze formative espresse dai docenti nei propri piani individuali e visto che è la legge 107/2015 a riconoscere la partecipazione ad azioni formative, con una pluralità di scelte possibili, come ha evidenziato il MIUR, pur non essendo espressamente citata tale opzione nel piano nazionale, non potrà che essere garantita."

Avv. Marco Barone