Lavorando, si impara

Con la CM del 22 marzo 2013, il Miur ha avviato una consultazione pubblica sul documento "Costruire insieme l’alternanza scuola lavoro".
Le scuole impegnate a progettare e organizzare percorsi in alternanza scuola lavoro sono cresciute nel tempo. Nell'anno scolastico 2011/12, l'incremento è stato molto significativo, con un balzo in avanti di tutti gli indicatori di riferimento: numero delle scuole che hanno realizzato attività di alternanza +56%; percorsi attuati +145%; strutture ospitanti coinvolte: +158%, con il numero complessivo degli studenti partecipanti più che raddoppiato (+158%).
Il Miur ha voluto valorizzare e diffondere gli esempi di alternanza condotti dalle scuole, affidando all'Indire il compito di raccogliere ed esaminare i progetti inviati e ha predisposto il documento "Costruire insieme l'alternanza scuola lavoro", che può ora essere visionato dalle scuole, le quali possono apportare le loro osservazioni, note, correzioni nel giro di due mesi.

Il documento sull'alternanza
Il documento, prodotto sulla base dei materiali messi a disposizione dalle scuole nella Banca dati nazionale sull’alternanza di Indire, rappresenta una prima bozza per avviare un confronto con le istituzioni scolastiche e con i soggetti sociali ed economici del territorio, per promuovere, in un’ottica di unitarietà, una maggiore diffusione della cultura del lavoro nei percorsi scolastici.
I commenti e le proposte di integrazione/modifica pervenute saranno utili al Comitato nazionale per definire indicazioni nazionali per alternare studio e lavoro, che possano rendere organici e sistematici i percorsi in alternanza.

La diffusione dell'alternanza oggi
Per l’annualità 2011/12 il 44% del totale degli istituti di istruzione secondaria di secondo grado presenti sul territorio nazionale (2.365), sono stati impegnati nella realizzazione di percorsi di alternanza. Gli studenti coinvolti sono stati 189.457, ovvero il 7,5% della popolazione studentesca; del numero totale dei percorsi ( 9.791), il 72,8% è stato realizzato negli istituti professionali, il 18,5% negli istituti tecnici, e il 6,5% nei licei.

Perché è interessante l'alternanza per tutti i gradi e ordini di scuola
Scuola e lavoro sono un binomio che non sempre si integra facilmente. Nel nostro Paese prevale la tradizione gentiliana, per cui la vera scuola sarebbe quella dove si impara per via teorica, sui libri. Il liceo è perciò la scuola per eccellenza.
In verità, apprendere dalla pratica è un metodo particolarmente efficace: e tutti i docenti di ogni ordine e grado, lo hanno sperimentato nella misura in cui sono partiti dall'esperienza, per arrivare alla teoria. Certo, può richiedere più tempo: ma occorre anche riflettere sul fatto che solo l'apprendimento significato rimane nel tempo, altrimenti le conoscenze svaniscono (e i risultati delle indagini nazionali e internazionali lo testimoniano).
Perciò ci sembra particolarmente interessante l'iniziativa del Miur, che chiede un parere dei docenti sul documento di sintesi sull'alternanza scuola/lavoro: così come ci sembra significativo che il Ministero abbia voluto pubblicare le iniziative che sono state condotte dalle scuole, facendo finalmente diventare protagonisti i docenti. Tra l'altro segnaliamo un interessantissimo convegno piacentino (26-27 aprile) che si occuperà proprio delle condizioni per cui il lavoro e l'operatività diventano metodo di apprendimento.

Docenti autonomi e responsabili

Noi però non possiamo tirarci indietro: per questo è utile almeno leggere i documenti, così come attivare percorsi in alternanza, che sono molto stimolanti per i ragazzi. Ed anche, potendolo fare, inserire dei commenti sulla piattaforma predisposta (vedi nota). In particolare occorre intervenire per scongiurare il rischio - non così improbabile - di burocratizzare il processo: le tante schede di certificazione, unità formative, unità di apprendimento presenti, devono rimanere degli esempi, ma non possono diventare dei modelli, che limiterebbero la libertà dei docenti e delle scuole.
Per questo ci auguriamo che il Miur non intervenga per istituzionalizzare alcuno degli esempi riportati: le scuole sono enti con una responsabilità e autonomia riconosciute dal nuovo Titolo V della Costituzione e dal DPR 275/99: è possibile che, almeno quando si tratta dell'attività organizzativa e didattica, le possano veramente esercitare?