SNV e Rapporto di autovalutazione obbligatorio: e poi?

Ci siamo! Dopo anni di dibattiti, progetti e di sperimentazioni, la valutazione delle scuole prende avvio. Certo il clima è cambiato rispetto ad alcuni anni fa: permangono resistenze e perplessità, ma è ormai convinzione condivisa che non si può paralare davvero di autonomia senza collegare ad essa un sistema di valutazione e rendicontazione. Dopo l’approvazione del Regolamento (DPR n.80/2013) che ha istituito il Sistema Nazionale di Valutazione, ora la direttiva ministeriale n.11 del 18.09.2014 rende operativo il quadro generale.

Il Rapporto di autovalutazione
Il percorso che le scuole dovranno avviare ricalca in buona misura quello sperimentato nel progetto Vales (peraltro non ancora concluso).
A partire da questo anno tutte le scuole dovranno redigere un Rapporto di autovalutazione (RA). Entro ottobre il Miur dovrebbe offrire alle scuole – in particolare ai DS – una formazione con istruzioni operative e l'Invalsi fornirà un preciso format per scrivere il RA, che sarà in formato elettronico e dovrà essere reso pubblico entro luglio 2015 sul sito della scuola e sulla piattaforma 'Scuola in Chiaro'.
Nel prossimo anno scolastico le scuole dovrebbero pianificare e realizzare le azioni di miglioramento previste nel loro Rapporto. In contemporanea i nuclei di valutazione (formati da ispettori e da esperti) visiteranno le scuole (al massimo il 10% degli istituti, scelti il 7% tra quelli in sofferenza, e il 3% su campionamento casuale).
A luglio 2016 le scuole aggiorneranno il loro Rapporto e nel luglio 2017 stenderanno la prima Rendicontazione sociale con i risultati ottenuti dai Piani di miglioramento.

L'accompagnamento
Probabilmente l'Invalsi fornirà dei protocolli (così come è successo per il progetto Vales) attraverso i quali le scuole saranno portate a stendere, passo dopo passo, il loro rapporto, avendo a disposizione anche i dati assoluti nazionali e quelli delle scuole con lo stesso background socio culturale: in questo modo, a partire dai dati di sistema (numero dei docenti, stabilità del corpo docente, età media, numero alunni, ripetenze, abbandoni, ecc.) contenuti in Scuola in chiaro, oltre ai risultati Invalsi, le scuole potranno trarre utili indicazioni in termini numerici, quantitativi, assoluti e proporzionali.

Alcune questioni decisive
L’insistenza sul prendere in considerazione i “dati” ci sembra molto interessante: resta da capire quanto e come questi – evidentemente più quantitativi che qualitativi – potranno dar ragione e fotografare una realtà – quella scolastica – che mal si presta ad una lettura solo squisitamente quantitativa. Nel comunicato del Miur si legge che "Conteranno, ad esempio, le competenze degli studenti, ma anche l'organizzazione e la qualità della didattica, le dotazioni scolastiche e si terrà conto del contesto socio-economico": ma tutti gli insegnanti sanno che il clima di classe e il tipo di rapporto di stima che si instaura tra docente e studenti sono fattori chiave, ben poco 'misurabili'. Allo stesso tempo, sappiamo che proprio quel “clima” spesso fa la differenza tra le scuole e nelle scuole: sarà interessante osservare con quali criteri, in che modo, con quali strumenti le scuole valuteranno le proprie situazioni.
La scuola rappresentata dal RA rischia di essere definita più dagli esiti finali (i risultati delle pagelle e dei questionari Invalsi), che dal passo che ogni classe/alunno ha potuto fare grazie ai propri insegnanti: come sarà valutato il valore aggiunto, cioè il dato che rileva il reale miglioramento operato dallo studente rispetto al suo precedente punto di partenza, visto che purtroppo, mancano ancora indicatori nazionali di riferimento, (nonostante l'Invalsi affermi che verranno forniti, ma probabilmente potrà farlo solo per il primo ciclo).


I Piani di miglioramento
Una sfida per le scuole sarà rappresentata dalla predisposizione dei Piani di miglioramento, se non saranno redatti con la dovuta cautela: infatti il nesso causale tra processi e risultati è il punto debole dei percorsi di autovalutazione. Per questo sarà decisivo il modo con cui nelle scuole saranno costituiti e lavoreranno i Nuclei di Valutazione (come li definisce il Progetto Vales), affinché i PdM non siano il frutto di elaborazioni a tavolino: potrebbe essere invece, questa l’occasione per avviare nelle scuole una riflessione condivisa, riflessione sulla quale la “comunità scolastica” si mette in gioco e si costruisce. La questione è saper interpretare correttamente i dati stessi, per trarne utili indicazioni di lavoro, una “progettazione”, che non può – peraltro – sfociare in un surplus di lavoro per i docenti o in indicazioni organizzative-didattiche che vadano ad interferire con la libertà di insegnamento.
Per questo sarà delicato anche il lavoro degli ispettori esterni, che non dovranno configgere con l'autonomia didattica e organizzativa delle scuole.
Peraltro, le piste di lavoro dovranno sempre proporre percorsi concreti e misurabili, perché, nel 2017 si valuteranno i miglioramenti in termini quantitativi e oggettivi. È questo un ulteriore vincolo, ben comprensibile, ma pur sempre vincolo che – assommato agli altri – potrebbe ridurre il miglioramento al solo cambiamento di aspetti marginali o processuali, ma non sostanziali. L'autovalutazione, perciò, rappresenta una opportunità, ma che dovrà a sua volta essere verificata nella sua efficacia tra costi e benefici: non vorremmo che la montagna partorisse il topolino.
Di questo avremo modo di parlare ancora. Da ora, invece, vorremmo fare una sottolineatura operativa: poiché nella Direttiva si indica che "Le scuole potranno, per lo sviluppo dei piani e in base alle diverse attività in esse previste, avvalersi di Indire e/o della collaborazione di università, enti di ricerca, associazioni professionali e culturali", si apre anche una interessante possibilità, quella di coinvolgere le associazioni professionali in grado di apportare un contributo significativo perché basato su esperienze e riflessioni maturate.
Iniziamo un cammino: vorremmo che le pagine della nostra rivista possano accogliere riflessioni e contributi per aiutare in un giudizio, ad un confronto e condivisione di esperienze, e anche a far emergere riflessioni e indicazioni nuove di lavoro. Anche di questo si inizierà a discutere alla Convention del 18 ottobre a Bologna: per questo invitiamo i nostri lettori che non lo avessero ancora fatto, ad iscriversi: è ancora possibile. È un'occasione da non perdere.