N.12 - La prima emergenza nazionale è l’educazione – Assemblea Generale CdO

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Lavorare insieme con il coraggio di cambiare” è il tema dell’Assemblea Generale della Compagnia delle Opere svoltasi a Milano il 25 novembre scorso. Riportiamo alcuni stralci dell’intervento del Presidente Bernhard Scholz.

«Cosa possiamo fare per uscire da questa situazione drammatica nella quale ci troviamo?». Con questa domanda il Presidente Scholz ha aperto i lavori dell’Assemblea, conscio delle gravi difficoltà politiche ed economiche nella quali si trova il nostro Paese, ma anche pienamente consapevole «che non possiamo rimanere spettatori di uno scenario difficile, aspettando che qualcun altro faccia qualcosa» e passare il tempo alla ricerca di colpevoli, complotti o conniventi. Ognuno di noi è coinvolto in modo diretto o indiretto nelle conseguenze economiche, personali e familiari della “crisi” e allora cosa possiamo fare?

L’esperienza di responsabilità di tanti in questo tempo, ha ricordato Scholz, ha insegnato che due sono le condizioni per affrontare questa realtà. La prima «è la sincerità di riconoscere che ognuno ha bisogno degli altri per realizzare se stesso e per poter dare un contributo valido». La seconda «è la responsabilità di riconoscere che il coraggio di cambiare le cose nasce dalla fedeltà al proprio bisogno di bene, di bellezza, di giustizia e non da uno sforzo volontaristico», disposti a riconoscere il bene, il bello e il giusto «anche nelle pieghe del tessuto spesso drammatico della quotidianità». Lavorare insieme per trovare nuove soluzioni e innovare, valorizzare i collaboratori, aiutare chi si trova in difficoltà, coinvolgersi con i giovani per sostenere la loro speranza; sono queste le direttrici fondamentali attraverso le quali ciascuno può fare qualcosa, essere «fermento di una società civile forte, solidale e responsabile» contro l’individualismo e il conseguente vuoto di responsabilità che lo statalismo riempie con la sua opprimente burocrazia.

Proprio a questa nuova socialità vuole dare il proprio contributo la Compagnia delle Opere, perché non è solo la politica ad aver bisogno di un forte cambiamento, ma anche la società civile: «la prima emergenza nazionale è e rimane l’educazione, un’educazione alla libertà e alla responsabilità, non ad una cittadinanza astratta e un’autonomia individualistica; un’educazione a una socialità che nasce dal di dentro della persona e non da un comportamento imposto estrinsecamente; un’educazione a una curiosità autentica e a una creatività costruttiva e non solo un serie di nozioni prive di qualsiasi base esperienziale». Il giudizio del Presidente Scholz è netto: con il decreto legge “L’istruzione riparte” il Governo ha realizzato un’inversione di tendenza stanziando fondi per la scuola dopo anni di tagli, ma non basta. Occorre «avere il coraggio di cambiare metodo e trasformare i beneficiari di questi provvedimenti in soggetti che partecipano a pieno titolo ai processi di istruzione e di formazione per il bene dei ragazzi… chi legge i risultati dell’OCSE sul sistema scolastico italiano dovrebbe comprendere che la strada maestra della scuola è ancora quella della libertà di educazione».

Ricordando l’iniziativa nazionale per la formazione professionale dei giovani, recentemente promossa da CdO in collaborazione con ACLI e mondo salesiano (si veda in proposito l’Editoriale n. 10/2013) che in poche settimane ha superato le ventimila adesioni, Scholz l’ha indicata ad esempio di come sia possibile, di fronte ad un preciso obiettivo per il futuro, trovare reale collaborazione tra realtà sociali diverse «per creare condizioni più favorevoli per la crescita professionale e l’occupazione dei giovani». Ciascuno comunica ciò in cui crede veramente attraverso il suo lavoro e il suo giudizio; il vero nemico non è l’insieme della tante difficoltà e ostilità quanto piuttosto «l’abbandono alla rassegnazione».

«Il futuro sociale ed economico dei nostri Paesi – ha concluso Scholz – dipende anzitutto da una posizione umana autentica, da una tensione ideale che attraversa anche i nostri limiti e le nostre contraddizioni senza fermarsi mai»; perciò «lavoriamo insieme e sosteniamoci nel coraggio di cambiare e diamo in questo modo il nostro contributo per una società civile più forte e più creativa», perché «i nostri figli lo meritano».