N.9 - Dallo sguardo su di sé allo sguardo propositivo con i propri alunni. Una testimonianza

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Essere giovani insegnanti oggi non è affatto facile. Non ci sono solo i problemi della precarietà del lavoro, ma anche quelli di una identità che fa fatica ad entrare in rapporto con colleghi e allievi e ad esprimersi. Alla Convention di Diesse giovani e giovanissimi insegnanti sono stati accolti dai colleghi più anziani ed è iniziato un dialogo e un’amicizia operativa sulla professione.

“Tutto ha inizio da uno sguardo”. Essere guardati da qualcuno e sentirsi accompagnati nel proprio percorso da una compagnia di amici con la quale poter condividere il proprio percorso lavorativo senza remore: una chimera o un’esperienza reale e possibile? Oggi, in seguito a quello che è avvenuto durante la Convention annuale di Diesse, da poco conclusasi, posso dire con certezza che è un’esperienza reale e possibile. In un’epoca in cui attraverso il web si diffondono dei “ricettari” per essere insegnanti competenti e all’altezza delle sfide della contemporaneità, ci sono ancora persone disposte a condividere con te il tuo percorso lavorativo, non fornendoti la pozione magica con la quale poter risolvere i problemi che possono sorgere nello svolgimento della propria professione, ma lanciandoti una proposta: comunicare te stesso attraverso la disciplina che sei chiamato ad insegnare, volgendo lo sguardo a quei ragazzi unici e irripetibili che incontri a scuola. Tuttavia, per poter accettare la proposta di cui sopra e farla propria nella propria carriera lavorativa, è necessario, a mio parere, fare esperienza di questo sguardo sulla propria persona.

Il sistema scuola offre degli spazi di dialogo e confronto, quali i consigli di classe e i collegi docenti. Tuttavia, a volte, anziché essere uno spazio di confronto reale e sincero, diventano lo strumento con il quale dimostrare al proprio dirigente di essere i migliori in campo. Ma quello di cui io ho bisogno, non è un gruppo di persone alle quali dimostrare le mie abilità e capacità; al contrario percepisco il desiderio di avere intorno a me persone reali e concrete, con le quali poter condividere anche le mie eventuali difficoltà, senza dover dimostrare di essere la numero uno del settore. In altre parole, quello di cui ho bisogno per poter far fruttare al massimo le mie competenze e di conseguenza quelle dei mie studenti, è la presenza di una compagnia di amici che mi sostenga nel cammino, proprio come è accaduto nella serata di sabato 22 ottobre, durante la quale Diesse ha dedicato del tempo per i giovani insegnanti come me. È stato un momento semplice, per nulla accademico o precostruito: giovani insegnanti che hanno potuto condividere domande e perplessità con i volti reali e concreti di altri docenti che già da tempo si sono inoltrati nei meandri dell’insegnamento. Essere creativi, impostare un curricolo in italiano che possa essere unitario e non frammentario, incuriosire gli studenti: queste alcune delle questioni messe sulla tavola dai noi giovani insegnanti. Io personalmente sono andata a quest’incontro con una grande domanda: “Ma come posso fare in modo che i miei studenti percepiscano che la materia che insegno, l’italiano, è una? Che cosa tiene insieme le ora di grammatica, antologia, letteratura…? Insomma, che cosa significa insegnare italiano alla scuola media e al biennio delle superiori?”. Davanti a queste domande, il presidente di Diesse, Carlo, non mi ha dato una risposta chiara e secca, ma mi ha rilanciato la questione: “Ti auguro di avere sempre queste domande, anche quando sarai più in là nella carriera”. E poi, Pietro, un insegnante che non conoscevo, mi ha detto: “Guarda, che quello che tiene unito tutto questo è la tua persona”. Ed ecco che davanti a queste risposte, non preconfezionate né costruite a mo’ di baci perugina, mi è ritornato il desiderio di giocare la mia persona con gli studenti che mi sono stati affidati nel corso di quest’anno scolastico, certa che con una compagnia di amici, quale per me è Diesse, è possibile affrontare serenamente e adeguatamente la sfida educativa che la professione docente comporta.