N. 1 - Convention 2019: un'opportunità per rispondere alle sfide del fare scuola oggi

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Un nuovo anno scolastico: si può iniziare in modo meccanico, con dentro una nostalgia per le vacanze finite, aspettando che il nostro motore percorra il tempo necessario al suo naturale rodaggio di assestamento. Oppure vi è un’altra possibilità, voler iniziare la scuola come occasione per sé, per trovare qualcosa e qualcuno che arricchisca la propria persona. Così, partendo semplicemente dalla voglia di vivere di ciascuno, varcare la soglia del proprio edificio scolastico significa essere se stessi, portare in ogni spazio e in ogni occasione la propria umanità, che innanzitutto è richiesta di capire e di creare legami, anche nella scuola.

Per incrementare questa certezza, Diesse propone a tutti i colleghi e gli amici incontrati a scuola di partecipare al prossimo appuntamento nazionale, la Convention dal titolo “Fare scuola nel cambiamento d’epoca”. Già il titolo vuole richiamare al momento storico attuale, segnato da trasformazioni culturali e sociali, politiche ed economiche, scientifiche, tecnologiche velocissime e radicali, in cui tutto è mobile (la cosiddetta “società liquida”) e in cui spesso vengono meno i fondamenti antropologici dell’esperienza e della convivenza umana. Per la sua stessa natura, e col rischio di un collasso, anche il sistema scolastico non può sottrarsi alla necessità di confrontarsi con la nuova situazione.

Il “cambiamento d’epoca” pone tanti interrogativi sulle metodologie di insegnamento e sul senso stesso del “fare scuola”. Alla luce del percorso fatto in questi anni, Diesse intende sottolineare che, proprio per la complessità del nostro tempo, l’educazione e la formazione dei ragazzi rappresentano ancora di più una questione decisiva per insegnanti ed educatori, un’opportunità, in fondo, che non può vederci indifferenti o trovarci impreparati.

Anche Papa Francesco alcuni giorni fa ha divulgato un messaggio “Per il lancio del patto educativo” sottolineando come il dialogo e la questione educativa rappresentino un tema cruciale a livello mondiale; egli infatti ha affermato che “mai come ora c’è bisogno di unire gli sforzi in un’ampia alleanza educativa, per formare persone mature, capaci di superare frammentazioni e contrapposizioni e ricostruire il tessuto di relazioni per un’umanità più fraterna” poiché, “in questo contesto, l’identità stessa perde consistenza e la struttura psicologica si disintegra di fronte a un mutamento incessante”. Per realizzare il “villaggio dell'educazione” auspicato, il Pontefice sottolinea che bisogna muovere passi importanti: il primo è avere il coraggio di mettere al centro la persona; il secondo è il coraggio di investire le migliori energie con creatività e responsabilità; un ulteriore passo è il coraggio di formare persone disponibili a mettersi al servizio della comunità.
Queste indicazioni ci aiutano ad iniziare la scuola in modo costruttivo. Diesse li avverte profondamente affini alla sua mission di formazione e sostegno alla professione dei docenti e intende farli propri.

Festeggiano quest’anno il loro decennale le Botteghe dell’Insegnare, che rappresentano un metodo innovativo di formazione nel panorama della scuola italiana: l’intuizione originaria delle Botteghe è che a “fare scuola” si impari come nella bottega artigiana, in un rapporto significativo fra un Maestro, dei discepoli e degli apprendisti; in tal modo si mette mano a un’opera concreta dove ognuno può imparare dall’altro, e anche il Maestro può imparare da uno che è appena arrivato.
Nel decennio trascorso le Botteghe hanno permesso a centinaia di insegnanti, maestri e “bottegai”, di sperimentare che la formazione passa soprattutto da una condivisione intelligente dell’esperienza che accade in classe, in cui si osserva che cosa un altro fa e quale valore educativo porta con sé, lo si verifica, lo si capisce nelle sue radici per riviverlo creativamente.

Chi ha partecipato all’esperienza delle Botteghe l’ha trovata importante per sé, tanto da riproporla nella propria scuola o nella propria città. Questo fenomeno ha innescato il dilatarsi di una crescita umana e professionale.

Per non perdere la ricchezza di esperienza accumulata in questi dieci anni, è stato pubblicato un volumetto che porta il titolo della Convention 2019 e che spiega la genesi e le caratteristiche del metodo formativo di Diesse, la cui specificità è nel definire insieme la precisa esigenza formativa a cui occorre rispondere, arrivando fino ai dettagli pedagogici, contenutistici e metodologici.
In un momento in cui si fa strada il giudizio di una vera e propria crisi della scuola, tanto che in alcuni contesti si parla direttamente di fine dell’istruzione, di unschooling, di rinuncia alla trasmissione del sapere, il volumetto sulle Botteghe vuole essere, anche per chi non partecipa a Diesse, un aiuto a ritrovare in sé il desiderio di una azione educativa più profonda, ma anche la documentazione di una realtà propositiva capace di rispondere ai numerosi problemi che affliggono la scuola.

Inoltre si possono rintracciare tra le pagine spunti per dialogare su questioni delicate, che anche i più scettici sentono come vere: quale tipo di lavoro affascina e attrae gli studenti? Qual è il valore sostanziale che c’è nel conoscere una disciplina scolastica? Quanto gioca la libertà, del professore e dell’alunno, nel rapporto con la realtà, prima ancora che con le materie scolastiche? E che cosa significa rendere protagonista della conoscenza anche il piccolo, puntare tutto sulla sua persona e sulla sua capacità di mettersi in gioco?

Tantissimi buoni motivi, quelli descritti sopra, per decidere di partecipare alla prossima Convention, il 19 e 20 ottobre p.v.