N. 11 - La guerra e noi

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Tra le tante notizie sulla guerra in Ucraina abbiamo appreso che nei giorni scorsi a Donetsk è stata bombardata una scuola e sono rimasti uccisi due insegnanti, oltre ad altri civili feriti.

Ciò che ci addolora come uomini e come educatori, al di là di tante considerazioni e analisi su ciò che sta succedendo, è anzitutto il costatare che la distruzione provocata dalla guerra stravolge la quotidianità di milioni di persone comuni, che non possono più continuare a svolgere la propria esistenza quotidiana ma sono costrette a vivere nella paura, nel nascondimento o nella fuga, nella precarietà e nell’incertezza del domani. In secondo luogo costatiamo con desolazione che tutto questo stravolgimento è l’esito di una logica di potere che usa la violenza, una logica in cui l’umano non conta e vale solo il potere di affermarsi contro tutti.

Un’alunna, parlando della crisi ucraina con un suo insegnante, in modo desolato reagiva così: "Ecco, ci fanno studiare la storia, ma non serve a nulla, perché gli uomini continuano a fare gli stessi errori".

Ci si chiede ancora se sia stato fatto tutto il possibile per evitare il conflitto, se gli irrigidimenti reciproci sulla Nato, sulle risorse energetiche fossero evitabili; o se vi è una dose ineffabile di follia, un misterioso rigurgito di male che emerge inevitabilmente e periodicamente nella mente degli uomini.

Eppure, finché i nostri discorsi rimangono parole, esse non scalfiscono il fondo della nostra coscienza: qualcosa diventa definitivamente nostro solo se riecheggia dentro la nostra esperienza. Per questo, coscienti di come sia fragile il desiderio della pace e della libertà, vogliamo unirci al lavoro di tutti i “costruttori di pace”, continuando a impegnarci e ad esercitare le nostre responsabilità quotidiane come adulti ed educatori, promuovendo la solidarietà, la giustizia; riflettendo, proff e alunni, sull’estraneità e l’indifferenza di cui siamo tutti responsabili nel nostro piccolo. È infatti l'estraneità alla base di tutte le guerre, che possiamo combattere da subito, se facciamo riemergere tra noi e in noi quelle che sono le evidenze più profonde.

Esprimiamo tutta la nostra trepidazione e la nostra solidarietà nei confronti della popolazione ucraina, e in particolare di tutti gli educatori e i giovani che in queste ore sono chiamati a scelte e sacrifici anche eroici.