L’OCSE mette la scuola italiana ancora in coda

Più ombre che luci quelle che emergono sull’istruzione italiana dall’ultimo rapporto OCSE “Education at a glance 2011” (leggi qui) pubblicato il 13 settembre scorso.
Dalla nota sintetica per l’Italia (leggi qui il pdf) saltano fuori parecchie criticità nei confronti con la media dei Paesi OCSE; vediamone alcune:
- alta disoccupazione intellettuale: solo il 79% degli adulti laureati italiani ha un impiego, mentre la media OCSE è dell’84%;
- si spende troppo poco per l’istruzione: nel 2008 la spesa in Italia è stata pari il 4,8% del PIL, contro un media OCSE del 6,1%;
- pochi diplomati e laureati: circa il 70,3% dei giovani italiani tra i 25 e i 34 anni è in possesso di un diploma di istruzione secondaria superiore, mentre la media OCSE è dell’81,5% (Italia al 29 posto su 35 Paesi); nella stessa fascia d’età solo il 20,2% degli italiani ha una laurea, mentre la media OCSE è del 37,1%;
- classi piccole: mentre nella scuola primaria la media OCSE di alunni per insegnante è 24, da noi è intorno agli 11;
- tempo-scuola alto: nell’OCSE è di 6.732 ore annue, mentre in Italia di ore ne facciamo ben 8.316;
- stipendi bassi: mentre in Italia negli ultimi dieci anni gli stipendi degli insegnanti sono diminuiti (-1%), nel resto dell’OCSE sono aumentati mediamente del 7%.

Per il MIUR i nuovi dati OCSE sono occasione per confermare la correttezza delle scelte politiche del Governo (leggi qui il comunicato stampa).